SCALZER




Lo scalzer prima di tutto è un essere consapevoleascolta il suo corpo, lo accetta così com’è e cerca di migliorarloascolta il suo mondo interiore, lo accetta e cerca di migliorarlo.

Lo scalzer è scalzer dentro e fuori.

Fare scalzing equivale a camminare ascoltando il proprio respiro, concentrandosi su se stessi senza chiusure verso l’esterno. Ecco perché la derivazione da scalzo, cioè nudo, senza muri, aperto al mondo.

Essere uno scalzer è una scelta di vita: lo scalzer infatti è rispettoso dell’ambiente che lo circonda.

Lo scalzer non ha regole ferree, ma è elastico e aperto al cambiamento, ed è quindi di difficile definizione.

Lo scalzer non si ciba né di carne né di pesce – la maggior parte degli scalzer è infatti vegetariana o vegan o crudivegan.

Lo scalzer in quanto amante della lentezza e della gratuità non ama la società consumistica, e (ri)cerca costantemente di decosificarsi: lo scalzer è consapevole di come la maggior parte della gente ami ammantarsi di oggetti inutili e dannosi, per comprare i quali si costringe a lavorare quasi quotidianamente a ritmi frenetici non adatti alla naturale lentezza della vita.

Lo scalzer è prima di tutto un camminatore silenzioso, ma nonostante questo è sempre sorridente e ama condividere il proprio sentiero del sorriso. Adora la convivialità, ma apprezza anche la solitudine e la ricerca.

Lo scalzer ama prendersi i suoi spazi e i suoi tempi. Non ama la competizione, non ama avere fretta, non ama la finzione, non ama la crudeltà, non ama l’egoismo… Nonostante ciò non si mette mai in opposizione, ma cerca sempre il lato positivo nelle cose, nelle persone e nelle situazioni: quando aiuta il prossimo lo fa con amore e compassione, concentrandosi sugli aspetti positivi e sulle “possibilità e opportunità” che riesce a cogliere.

Lo scalzer non teme solitudine e inattività, è consapevole che una vita sana si costruisce con il silenzio e l’ozio.

Lo scalzer ama la decosificazione, ama spogliarsi degli inutili brandelli che si porta addosso, ama quindi la decrescita.

Lo scalzer diffida dalla tecnologia, ma ne fa uso – anche se limitato all’indispensabile.

Lo scalzer rispetta i classici del passato e da essi impara a vivere il presente e a progettare lentamente un futuro felice.

Lo scalzer non ama le mode, se non quelle di un passato sereno.

Lo scalzer vive qui e ora.

Lo scalzer  rispetta ogni tipo di orientamento sessuale e religioso. Ama la diversità e dice no all’appiattimento odierno dovuto alla globalizzazione.

Lo scalzer sa che non può esistere un progresso senza conservazione delle risorse ambientali, mentali e spirituali.

Lo scalzer ha un debole per la vita nella natura selvatica e selvaggia. Spesso il suo sogno/progetto corrisponde a costruire un ecovillaggio per condividere le sue passioni. Eppure lo scalzer sa vivere anche con l’ottuso, con il crudele, con l’arrivista continuando a fare la sua vita di scalzer perfino in città con scarpe e calze ai piedi. Lo scalzer infatti ha imparato a sorridere, aiutare chi è in difficoltà, non aiutare chi non vuole essere aiutato: lo scalzer sa che solo con il suo esempio può abbattere muri, costruire ponti, aprire menti chiuse e donare felicità.

Lo scalzer ama leggere. Spesso oltre che lettore è anche scrittore. Nonostante ciò i suoi occhi preferiscono leggere la natura selvatica, ammirarla con umiltà, bagnarsi con essa e imparare da essa per mezzo di un semplice processo di imitazione.

Lo scalzer preferisce la qualità alla quantità.

Lo scalzer anziché acquistare oggetti nuovi, ama riciclare quelli usati. Ogni volta che le condizioni lo permettono, costruisce da sé ciò di cui abbisogna.

Lo scalzer ha due scopi principali: divertirsi e crescere.

Lo scalzer impara a conoscere la dimensione spirituale che è in lui e a valorizzarla.

Lo scalzer ama condividere e collaborare anziché competere e rubare. Allo stesso modo ama viaggiare anziché arrivare.

Lo scalzer sa meditare, pensare, contemplare, aspettare, accettare e apprezzare.

Lo scalzer non si cruccia per salvare chi non vuol capire: sa che solo vivendo al meglio potrà essere d’esempio.

Lo scalzer in genere è allergico a termini quali: economia, politica, spread, finanziaria, tassazione, P.I.L., borsa valori, BCE… Egli conosce il significato di questi eventi allergeni, ma non ci pensa mai e nemmeno ne parla.

Lo scalzer è sempre attento e concentrato: è consapevole di quello che pensa, dice e fa in ogni istante.

Lo scalzer non procrastina mai, ma riflette il tempo necessario e quindi agisce.

Lo scalzer è – in linea di massima – d’accordo con il manifesto della felicità.

Lo scalzer non appartiene in toto a nessuna categoria (a volte nemmeno a quella di scalzer), definizione, movimento, gruppo politico… ma sa focalizzarsi sugli aspetti positivi che si trova nel mezzo del cammino.


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